La semplice dizione tornio è sufficiente a indicare l’attrezzo più importante nella bottega del vasaio cui si deve la produzione della quasi totalità del vasellame ceramico nel mondo antico. Talvolta è definito “tornio veloce” ma il termine non è appropriato poiché la velocità dipende soprattutto dalla quantità di energia muscolare fornita dal vasaio. Il moto è discontinuo, diminuisce a causa delle forze di attrito e cessa all’esaurirsi dell’energia impartita dal vasaio.
Il tornio per ceramica costituito da un disco largo e pesante retto da un sostegno (o base), con un perno centrale che gli permette di girare velocemente sotto le spinte date dal vasaio con la mano. Il disco funziona da volano poiché peso e dimensioni sono molto elevati (differenza fondamentale rispetto al tornio primitivo). Ne derivano sia un movimento rotatorio di durata tale da lasciare al vasaio le mani libere per un tempo relativamente lungo (ossia nell’intervallo tra una spinta a strappo e la successiva), sia forza centrifuga tale da permettergli di superare la notevole forza di coesione dell’impasto argilloso e modellare qualsivoglia forma rotonda. È dotato di stabilità e può sviluppare velocità regolare e facilmente regolabile .
All’inizio della modellazione il vasaio pone l’impasto argilloso al centro del disco e con strappi rapidi e vigorosi della mano avvia l’attrezzo, vincendo le forze di attrito; l’energia da lui fornita è in rapporto al momento di inerzia, ossia è tanto più elevata quanto maggiori sono il peso e il diametro del volano. Grazie alla forza centrifuga trasmessa dal disco-volano e alle pressioni esercitate dal vasaio, l’impasto argilloso assume forma cilindrica (dotata di perfetta simmetria attorno all’asse di rotazione) e si sviluppa in altezza. Mentre il tornio continua a girare (più o meno velocemente a seconda del ritmo degli strappi), il vasaio modifica a piacere il cilindro sino a raggiungere forma e dimensioni volute. Lo sforzo fisico è quindi doppio: mantenere in movimento il tornio e contemporaneamente modellare l’argilla. Ciò rende molto faticosa la modellazione di manufatti di grandi dimensioni e giustifica l’aiuto di un garzone/apprendista per “spingere” il disco.
L’attrezzo permette di modellare e ripetere con esattezza forme simmetriche dal diametro differente, contraddistinte dallo spessore uniforme e dal graduale assottigliamento della parete dal basso verso l’alto. Permette altresì di abbreviare drasticamente i tempi, evitando anche le pause di attesa che nella modellazione a colombino sono necessarie prima di sovrapporre i cordoli.
La rotazione del tornio è resa possibile dal perno che gira in apposita sede con diverse modalità. Per una buona centratura e per diminuire l’attrito provocato dai ripetuti, forti sfregamenti contro le parti circostanti, il perno potrebbe girare all’interno di un blocchetto di roccia compatta (o altro materiale ugualmente resistente) che nella faccia superiore piana presenta una piccola cavità semisferica o troncoconica dal diametro di pochi cm, oggi chiamata “ralla”
Circa le caratteristiche del perno (o puntale, come si voglia chiamarlo), occorre limitarsi ad avanzare delle ipotesi poiché non è stato ancora riportato alla luce un tornio nella completezza delle sue parti strutturali e le fonti iconografiche lasciano molte incertezze. Basti citare ad esempio il cratere decorato a figure rosse del Museo di Caltagirone dove il tornio è raffigurato come un grosso disco sovrapposto a una base tozza e massiccia, nascondendo il perno che non è visibile dall’esterno e resta completamente ignoto.
Una distinzione tipologica del tornio a mano potrebbe essere fatta con differenti criteri, ad esempio a seconda della forma della base (supporto cilindrico-conico, oppure a forma di tronco di cono rovesciato), come è stato proposto in recenti studi con un’ampia esposizione delle fonti iconografiche relative all’attrezzo. In questo manuale si propone, invece, di privilegiare il sistema di imperniamento, ponendolo a fondamento di una prima (e preliminare) distinzione tipologica. Ciò in quanto l’imperniamento gioca il ruolo principale agli effetti della qualità del movimento rotatorio: l’asse del disco (ossia la sua mezzeria verticale) deve coincidere con l’asse del perno che a sua volta deve essere in asse con il sostegno che regge il disco. La posizione in asse di questi elementi strutturali è comunemente chiamata centratura del tornio e permette un movimento rotatorio uniforme, condizionando velocità, durata, regolarità .
Durante la rotazione il perno provoca continui sfregamenti con le parti circostanti, sviluppando attriti da cui conseguono rallentamenti del disco: occorre maggiore energia per mantenerlo in movimento e il lavoro diventa più faticoso. Il vasaio adotta degli accorgimenti (grasso animale quale lubrificante, etc.) ma non riesce ad eliminare le forze di attrito e di conseguenza il perno è sottoposto a rapida usura e richiede sovente riparazioni o sostituzioni.