L’arte di inviare messaggi segreti si chiama “steganografia”, una parola di derivazione greca che significa “scrittura nascosta”. Il punto debole infatti di un messaggio nascosto da qualche parte è che chiunque potrebbe leggerlo una volta che l’ha trovato. Vale quindi è utile escogitare anche un sistema di crittografia, ovvero usare codici e cifrari.
Nei messaggi cifrati il testo viene occultato sostituendo le lettere con una determinata logica. Ci sono pertanto moltissimi modi per creare un cifrario degno di questo nome, l’importante è mettersi d’accordo con la persona con la quale vogliamo condividere il segreto! Vediamo quali sono i vari metodi possibili.
Quello più famoso è sicuramente quello “A SCORRIMENTO”. E’ un semplice cifrario basato sull’alfabeto, ma difficile da violare senza chiave. Ogni lettera va cambiata con un’altra seguente scelta in base ad un numero. Per esempio, se scegli il numero 4, la “A” diventa “E”, la “E” una “I” e così via. Il numero è la chiave per decifrare il messaggio. In questo tipo di cifrario tuttavia ci sono solamente 25 chiavi disponibili e, per questo, se qualcuno volesse leggere il tuo messaggio, nella peggiore delle ipotesi, riuscirà a decifrarlo dopo 25 tentativi.
Un altro possibile cifrario è quello dei “NUMERI”. Si attribuisce un numero ad ogni lettera, equivalente a quello che possiede nell’alfabeto. Otterremo pertanto un’equivalenza di questo tipo: A=1, B=2, C=3 ecc. I messaggi possono pertanto essere scritti sostituendo il numero alla lettera. Il tutto può essere fortemente complicato mediante una combinazione con quello di Cesare. Se ad ogni numero precedentemente definito aggiungiamo un numero fisso, ad esempio 3, otterremo un secondo strato di cifratura che, una volta accordato con il destinatario, farà impazzire chiunque altro voglia tentare di violarlo.
Un ulteriore possibilità prevede l’utilizzo del così detto “CIFRARIO ALFABETICO”. Possiamo ottenere moltissime combinazioni che variano esclusivamente dal modo con cui l’alfabeto viene scritto, sempre avendo presente di concordarlo fra le parti. Si tratta di un cifrario a sostituzione monoalfabetica che si chiama “atbash” ed è stato utilizzato anche nella Bibbia. Guardiamolo meglio:
il messaggio “qui tutto ok” si traduce in “dhv ghggb bx”